Iniziare l’anno con un neonato in arrivo, per questo blog mi sembra di buon auspicio.
Oggi scrivo con una motivazione ben precisa: avrei dovuto scattare per un bellissimo pancione questa mattina ed invece c’è stato un repentino cambio di programma. La mamma è stata trattenuta in ospedale ieri sera e con grande probabilità il parto sarà anticipato oggi stesso. Non è la prima volta che mi capita: lo scorso anno credo sia capitato almeno 3 volte e nel 2012 ho dovuto interrompere la sessione perché le doglie erano iniziate proprio nel mio studio.
Non amo fotografare una gravidanza a ridosso della data presunta del parto. Per capirci non amo le “foto gravidanza 38 settimane” o simili. A volte sono stata costretta a farlo con urgenza, quando le mamme mi hanno trovato su internet troppo tardi e mi hanno supplicato di scattare per loro prima di partorire.
E come posso negare una simile esperienza? Non ho cuore per farlo. So cosa significa guardare e riguardare malinconicamente le foto del proprio pancione. Ed allora dico di sì… e rischio! E scatto con un’ansia che neanche riuscite ad immaginare.
La telefonata che ho ricevuto ieri sera, direttamente dalla sala travaglio di una clinica romana, mi è giunta inaspettata: questo bambino nascerà oggi con un mese d’anticipo.
Dunque ci stavamo con i tempi. E non sono riuscita né a calmare la mamma dal dispiacere di non aver immortalato il suo bel pancione né a rassicurarla che le avrei dedicato una bellissima sessione newborn. E sono rimasta scossa per tutta la sera, ho dormito poco stanotte e sono qui all’alba a scrivere questo post. Con tanti ricordi dentro di me, che credevo non riaffiorassero più.
Ho rivissuto la mia gravidanza. Gli ultimi 5 mesi li ho trascorsi praticamente a letto, per minacce d’aborto. Avevo già avuto due interruzioni di gravidanza, dunque dovevo assolutamente portarla a termine con tutte le precauzioni possibili.
Ho rivissuto l’angoscia di quei lunghissimi mesi e le comiche (ma disperate) incursioni delle ultime 4 settimane nello studio della mia ginecologa.
Avevo talmente paura di perderlo quasi alla fine, che almeno una volta a settimana facevo un blitz nel suo studio pregandola di farmi partorire prima, così lo riportavo a casa sano e salvo!
Tutti ridevano quando mi vedevano apparire all’orizzonte, gridando “mi fate partorire per favore”? Ma io stavo malissimo per tutta l’angoscia che sentivo dentro di me.
Ecco, stanotte pensavo proprio a questo. Si dice che la gravidanza sia uno dei momenti più felici nella vita di una donna. E che sia la cosa più naturale del mondo. Ma quando mai? Forse un tempo, per le nostre mamme o nonne.
Loro si che vivevano 9 mesi di beatitudine e sana incoscienza. Oggi queste mamme sono monitorate in continuazione, conoscono tutte le metamorfosi del loro fagiolino e soprattutto vivono con grande stress tutto, ma proprio tutto, per ben 9 mesi.
Nel lavoro non possono permettersi nessuna defaillance, dunque lavorano come pazze fino alla fine. Se si muovono in macchina, buche e traffico rovinano il buonumore mattutino. E tutte quelle figure professionali che in 9 mesi si alternano monitorando battito, cromosomi, dimensioni, liquido amniotico, valori ormonali, pressione e globuli bianchi e rossi e chi più ne ha più ne metta, certo non le aiutano!
Forse sarà per questo che quando arrivano da me cerco di dare artisticamente il mio meglio. Credo sia un mio dovere, una specie di atto d’amore, un patto indissolubile tra donne. Si meritano almeno un fotogramma speciale, per tutta la fatica che hanno sostenuto e per la pazienza, la dignità, il senso di sopportazione.
E quando poi quegli inquilini escono dal pancione, tutto si dimentica. Perché non c’è più tempo neanche per ricordare: bisogna dar da mangiare e cambiare e cullare e curare, ecc. Io che ormai, quando vado a prenderlo a scuola, sento tutti i giorni racconti più o meno fantascientifici su compiti e maestre severe, compagni dispettosi e femminucce intraprendenti, tutto questo l’avevo quasi dimenticato.
Grazie, mamma che oggi sei in sala parto, per avermi scosso così tanto ieri sera, per non avermi fatto dormire bene stanotte e per aver fatto riaffiorare in me tutte sensazioni di quei lunghissimi mesi di 8 anni fa. Ho sentito anche la gioia di quei giorni. E ti dico grazie di cuore, per questo.
Spero che qualcuno ti leggerà queste righe stamattina, mentre aspetti ancora una volta. Io ti prometto, di cuore, che avrai una bellissima sessione newborn!
Scrivi un commento a questo post se ti va, lo leggerò con piacere.
Mia cara Roberta sappi che, nonostante il fatto io non sia diventata mamma, le tue parole mi hanno fatto commuovere. E pensare….
Grazie e spero che questo post lo leggano davvero tante persone.
Buona giornata
Bacio
Giò
Ps: naturalmente bellissime foto. Ma che te lo dico a fà??