Le sessioni per i neonati di luglio ed agosto, sono le uniche per le quali interrompo le sessioni estive in Toscana.
Per loro, preferisco tornare a Roma in giornata e riaprire lo studio, dove ho tutto a portata di mano, prima fra tutte la sicurezza.

Sapevo che avrei avuto un neonato a Ferragosto ed il rientro si prospettava davvero difficile e poco desiderabile, anche per i neo genitori.
Aspettando la cicogna, avevo comprato un salvagente per bambini, a metà strada tra una ciambella ed un canottino tondo, che ricordava davvero un bean bag.
Per chi non lo sapesse, il bean bag è quel pouff tondo, morbido e gigante dove vengono fatti addormentare i neonati prima della sessione fotografica.
Ovvero, il posto più sicuro dove fotografarli.

Ovviamente la mia imitazione stagionale di bean bag era senza polistirolo all’interno, solo pura aria di polmoni, ma pensavo di riempire la base con cuscini e teli fino a creare la stessa morbidezza.

Fotografa bambini neonati maternità a Roma. Roberta Garofalo, Fotografo professionista di Maternità, Neonati, Bambini e Famiglie, Roma

Sottolineo pensavo. Perché aspettando la nascita di questo cucciolo, ne ho comprati ben 3 in 15 giorni. Fortunatamente costavano pochi euro, come tutti i gonfiabili da mare per bambini. E nell’attesa della cicogna, anche mio figlio ha pensato bene di utilizzarlo come piattaforma per i tuffi con i suoi amici della spiaggia. Confesso di essere stata felice, i primi giorni, di questa iniziativa: avrei potuto testarne la resistenza.

Ritratto di neonato. Roberta Garofalo, Fotografo professionista di Maternità, Neonati, Bambini e Famiglie, Roma

Ma nelle notti precedenti la sessione, la mia mente ansiosa ed ansiogena aveva più volte realizzato questo film: mentre posizionavo il piccolo, proprio quando tutto era pronto per il click…BUUUUUMMMMMM…il gonfiabile, invece di sgonfiarsi lentamente come tutti i gonfiabili da mare, esplodeva in aria come gonfiato a gas anziché a polmone; nella scena successiva il neonato saltava in aria e si sfracellava a terra; nell’ultima scena, antecedente al mio risveglio sotto choc, intravedevo  due mani, due anelli tintinnanti, una presenza femminile impercettibile non ben identificata alle mie spalle e 2 gambe  che avanzavano sbilenche verso una piccola stanzina.
Presumo fosse il carcere femminile di Rebibbia.

Fotografo specializzato in neonati a Roma. Roberta Garofalo, Fotografo professionista di Maternità, Neonati, Bambini e Famiglie, Roma

Perché io non ho neanche gli incubi notturni di una persona normale: i miei  sono da vera professionista dell’horror.
Se devo immaginare uno scenario-tipo, ricco di eventi negativi e nefasti, state tranquilli che li compongo per benino, come una sceneggiatura di Tarantino.
Sono affetta, fin dall’infanzia, da “sindrome da fiction oniriche”….una brutta cosa, credetemi.

Tornando all’imitazione gonfiabile del bean bag, né mio figlio né i suoi amici sono mai saltati in aria in mezzo al mare e questo gonfiabile, che ho comprato ben 3 volte, si è rotto veramente per eccessiva usura da divertimento, esattamente nei punti in cui era incollato.

Sessioni Fotografiche per neonati a Roma

Ovviamente, come Murphy insegna, quando è arrivato il mio neonato il 4° gonfiabile non lo vendevano più. Era “esaurito” mi hanno detto.
Ho girato tutti i negozietti del porto, ma di quella precisa forma “finto-bean bag” non era rimasto più nulla, neanche una lontana imitazione dell’imitazione.
Ed ora, se non volevo tornare a Roma per Ferragosto, mi dovevo veramente arrangiare.

Servizi fotografici per neonati. Roberta Garofalo, Fotografo professionista di Maternità, Neonati, Bambini e Famiglie, Roma

Di alberi e di rami intorno a me ne avevo tanti e se avessi voluto farlo penzolare da un albero di ulivo dentro ad un telo di garza, come nella newborn photography più classica, ora potevo farlo in modalità “real time”!
Ma rischiavo un ictus già dal primo nodo del telo, sempre per l’ansia da caduta, in mezzo alle radici dell’ulivo.
Oppure avrei potuto posizionarlo su un cuscino morbido, sfruttando come scenario naturale gli infiniti campi di grano, le balle di fieno tonde-tonde, la flora a steli alti tipica dei paesaggi lagunari di Orbetello, ingoiando circa una venticinquina di gocce di ansiolitico per non pensare a insetti, vespe, zanzare tigre, scorpioni, vipere o bisce varie, tutte insieme sul bambino.

A questo punto, cosa mi restava? Non desideravo violentarmi in uno stile artistico non propriamente mio ma mi premeva agire in totale ed estrema sicurezza, nonostante la disagiata sede.
Mi restava un semplice cespuglio di ortensie in un giardino privato, una cesta in vimini per la biancheria, un telo da mare in ciniglia blu ed un normalissimo letto matrimoniale davanti ad una grande finestra.
E come “props” 2 guanciali e 3 cuscini che misuravano 40 centimetri x 40.

E mentre fotografavo quella meravigliosa creatura in queste “semplici ed umili” condizioni, ripensavo al mio bean bag in studio.
A quanto fosse sicuro, certamente. Ma anche vincolante, nelle pose.
Perché alla fine, tutte queste inquadrature diversificate, se avessi avuto il mio bean bag, non le avrei neanche cercate.

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