Mi è sempre piaciuto condividere con voi i segreti delle mie sessioni fotografiche, raccontando gli aneddoti curiosi o svelando il “dietro le quinte”.
Ma, questa volta, per presentarvi uno dei miei ultimi lavori estivi, desideravo qualcosa di diverso.
Forse per via dei bambini ritratti, così autentici, simpatici e complici fra loro.
Forse per la malinconia di fine estate, che nel primo giorno di autunno ti prende e non ti molla più.
O forse perché dopo un po’ mi annoio e mi ricarico sperimentando bizzarrie.
Insomma, il vero perché non so ma, mentre lavoravo i raw di queste due simpatiche lenzette, la mente se n’è andata via, lontano lontano.
E questa sessione, in cui ho fotografato i bambini in spiaggia, ho deciso di raccontarvela così.
* * *
“Caro diario,
la scuola è iniziata solo da qualche giorno e io sono tornata in città da pochissimo.
Eppure, dell’estate, già mi manca tutto.
Anche se, come dicono sempre al TG, questa è stata un’estate strana, fredda, troppo piovosa.
In effetti, ci sono stati talmente tanti temporali che spesso sono stata costretta a rimanere chiusa in casa con il nonno senza poter uscire, senza amici con cui scendere in spiaggia e, per di più, con mio fratello…. che mi gironzolava sempre intorno.
In realtà, lui non è tanto più piccolo di me, giusto un paio di anni.
A volte è addirittura simpatico quando non sta attaccato a quegli schermi inutili dei videogiochi che tanto gli piacciono.
Se li è portati anche in vacanza, di nascosto da mamma. Ma a fare le cose di nascosto si vien sempre beccati.
A dargli una bella lezione ci ha pensato proprio un temporale estivo: un giorno di agosto, per colpa di un fulmine, è andata via la luce.
Per molte ore ci siamo ritrovati senza elettricità, senza tv, senza consolle e con una giornata tutta da inventare.
Ma è bastato un attimo. Soltanto un attimo. Ci siamo guardati e abbiamo pensato la stessa cosa: era quello il momento giusto.
Nonostante la pioggia, il cielo grigio e la poca luce saremmo “partiti” per la nostra isola, quella di quando eravamo piccoli. Più piccoli.
Un’ isola strana, perchè c’è e non c’è. Andarci non è tanto difficile.
Basta trovare un po’ di tempo. E ora, di tempo, ne avevamo abbastanza.
Così, armati dei nostri cuscini migliori ci siamo sdraiati sul tappeto grande della sala e, spalla contro spalla, abbiamo chiuso appena appena gli occhi.
Il viaggio è stato breve, ma comodo.
Come sempre. In un lampo ci siamo ritrovati sul pontile e davanti a noi il mare aperto, limpido e calmo.
L’ aria era tiepida e una lieve brezza mi accarezzava i capelli.
Tra poco dovrebbe arrivare il battello che ci porterà fino allo scoglio dei pirati.
Forse questa volta riusciremo a trovare il tesoro nascosto.
Sono anni che lo cerchiamo.
I tesori, si sa, sono sempre nascosti.
E vanno sempre cercati.
Se così non fosse non sarebbero tanto affascinanti.
Ma noi non andiamo sull’isola solo per cercare il tesoro.
Ci piace stare qui. Ci piace addirittura aspettare quando siamo sull’isola che c’è e non c’è.
A volte mi perdo ad ascoltare il silenzio, interrotto solo dalle onde che battono sulla roccia. Questa, per me, è l’ora più bella, quella di quando il sole sta per tramontare.
Ma nella nostra isola è sempre l’ora più bella.
Mio fratello, a volte, ancora ci spera di vedere arrivare la notte.
E si fissa a guardare l’orizzonte, sperando di scorgere la prima stella.
Poi, all’improvviso, si ricorda e ride e, a quel punto rido anch’io. Forte, tanto forte.
Perchè sono felice, così tanto che mi viene voglia di ballare…
Ecco, il battello sta arrivando.
Un ultimo saluto alla costa e via, verso la nostra nuova avventura tutta da vivere.
Perché fuori piove e noi non vogliamo tornare in città.
Sull’ isola non ci si annoia mai ed è per questo infatti che gli abitanti non dormono.
E non ci sono negozi che vendono cuscini….
La scuola è iniziata solo da qualche giorno e io sono tornata in città da pochissimo.
Eppure, dell’estate, già mi manca tutto”.
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Di tanto in tanto ripasso dalle tue parti per ammirare i tuoi scatti, con la speranza di poter imparare qualcosa di nuovo. ciao e sinceri complimenti